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The other two chosen are Givenchy by Riccardo Tisci and Gareth Pugh (the entant prodige of PVC), because although they have completely different concepts are united by a not traditional aesthetic sense and inclined to identify the woman as an essential element of design and not in this, and this is what brings them to the creation of collections that have a strong impact on people. Both have proposed a woman with a disarming rigorous form, modeled on an almost geometric silhouette and enhanced by perpendicular lines of the cut. They purified the dress by unnecessary messages and reducing it to pure design, to an paganism of image. Black, white and various nuances between these opposites are the key colors of a dynamic woman almost futuristic.
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The last but not least are Yves Saint Laurent by Stefano Pilati and Zac Posen. The first maison is now synonymous of timeless elegance with a touch of folk who can carry color as irony, and this collection repeats the cult elements of the philosophy that made famous the founder of the griffe. From smoking to the flounces of ethnic costume, high-waisted pants from the transparency of the blouse, through the exotic and erotic motifs of 30s-40s movies and YSL's universe. Zac Posen seems to know this concept, and probably he visited the exhibition dedicated to Yves Saint Laurent at Petite Palais, he remained fascinated by this because the woman who proposed for the next s/s seems to be a homage to the french couturier.
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Fashilosophy come ha fatto durante le fashionweeks di Milano e Londra, ha scelto le sei griffes delle passerelle pariginie che più hanno assecondato il suo gusto personale con scelte di stile e soprattutto con un attitude ben studiato, essenziale quando si parla di un concept moda. Già dalle prime battute avevo estrapolato tre collezioni simbolo che, per stravaganza e forti messaggi, avevano suscitato maggiorimente non solo il nostro interesse ma anche quello della stampa internazionale, ed ora, giunti all'ultima giornata voglio tirare le somme nella totalità e con tutte le prove alla mano.
E' inevitabile pensare che alcune maisons storiche abbiano un vantaggio sulle altre, per storia e tradizione, ma anche perché di collezione in collezione ci regalano sempre qualcosa con cui entusiasmarci e con cui divertirci, come è stato anche questa volta per la collezione Chanel e quella di Dior. Cosa dire di questi due personaggi che sono i burattinai di un così ben riuscito cirque de la mode?! Karl Lagerfeld è un genio assoluto della modernità e dell'eleganza avanguardista, e la donna che ci propone per la prossima s/s ricalca quella della haute couture a/i, seguendo una linea guida ben precisa, fatta di dettagli retrò-chic (forse reminescenze dell'elite della vecchia Parigi) accostati a tagli essenziali e dinamici, con giochi di sovrapposizioni ed intagli di estrema ricercatezza...quella che è frutto di un background storico-culturale che poche maisons possono vantare.
John Galliano, direttore creativo di Christian Dior, è a suo modo un personaggio con una fantasia ed un mondo interiore così fantastico che ogni collezione è come un viaggio nella storia del mondo. La sua s/s è tutta giocata sull'eterno dualismo tra uomo e donna, tra maschile e femminile dell'androginia psicologica, perché rispolvera il mascolino cliché dell'uomo di mare ridipingendolo su una donna dalla femminilità pronunciata. Leggere balze, piccole ruches, tessuti morbidi e fluttuanti, coloriture shock e l'immancabile simbolo della seduzione made in '50s, il rossetto rosso pin up.
Gli altri due scelti sono Givenchy by Riccardo Tisci e Gareth Pugh (l'entant prodige del pvc), perché sebbene abbiano concezioni e modalità completamente diverse li accomuna un senso estetico meno tradizionale e più propenso all'identificazione della donna come un elemento fondamentale del design e non nel design, ed è proprio questo che li porta alla creazione di collezioni che hanno un impatto molto forte. Entrambe hanno proposto una donna dal rigore formale disarmante, modellata su una silhouette quasi geometrica ed esaltata dalle linee perpendicolari del taglio. Hanno depurato l'abito dai messaggi superflui riducendoli a puro design, ad un paganesimo dell'immagine. Nero, bianco e le diverse nuances che oscillano tra questi opposti sono i colori chiave di una donna dalla dinamicità quasi futurista.
Gli ultimi due, ma non meno importanti, sono Yves Saint Laurent by Stefano Pilati e Zac Posen. La prima maison è oramai sinonimo di eleganza raffinata e senza tempo ma con un tocco folk che sa portare colore come sinonimo di ironia, e questa collezione ripropone gli elementi cult della filosofia che ha reso celebre nel tempo il fondatore della maison. Dallo smoking alle balze del costume etnico, dal pantalone a vita alta alle trasparenze delle blouse, attraverso i motivi erotici ed esotici del cinema anni '30-'40 e dell'universo YSL.
Zac Posen sembra aver guardato molto questo concept, e probabilmente ha visitato la mostra dedicata ad Yves Saint Laurent al Petite Palais, rimanendone incantato perché la donna che ha proposto per la prossima s/s è un omaggio al creativo francese.
2 comments:
great blog!!
very professional!!
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xx
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